Non dimentichiamoci di Youssef
Una settimana fa in una scuola con cui collaboro per le mie consulenze è arrivato Niko.
L’accoglienza è stata fenomenale.
I ragazzini (stiamo parlando di una quinta elementare) per lui hanno preparato uno striscione giallo-azzurro e lo hanno appeso in diagonale al soffitto della classe.
Ognuno di loro ha disegnato una piccola bandiera ucraina e l’ha piazzata sul proprio banco.
Già nella prima mattinata Niko aveva il suo diario, un quaderno e alcune penne per prendere appunti, e i primi libri di testo.
E poi nella stessa classe c’è Youssef.
E’ arrivato qualche mese fa su un barcone che vari italiani speravano sarebbe affondato.
Ha impiegato varie settimane ad ottenere i suoi primi libri di testo, recuperati grazie alla libera iniziativa personale dei maestri e dei rappresentanti delle case editrici.
Non c’è stata nessuna festa di arrivo per lui, anche a me è stato introdotto con un semplice “C’è un alunno nuovo, non parla l’italiano”.
Mentre i compagni di classe accolgono Niko io guardo Youssef: nei suoi occhi nessun risentimento né rancore, solamente smarrimento, il non capire perchè questa differenza di accoglienza (lo so perchè avrò poi modo di parlare con lui).
E’ questo il mio augurio di Buona Pasqua per te: accogliamo Niko, ma non dimentichiamoci di Youssef.
Dr Ivan Ferrero
PS: adesso Niko e Youssef sono ottimi amici, così come con tutti i loro compagni di classe, grazie al superbo lavoro dei maestri e ad alcuni interventi per l’inclusione.